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Il Next Generation Eu e il PNRR in Europa

Il 21 luglio 2020, il Consiglio Europeo ha lanciato il Next Generation EU (NGEU), un piano straordinario per rilanciare l’economia europea, messo in campo per fronteggiare gli effetti devastanti della pandemia di COVID-19. Con un budget che supera gli 800 miliardi di euro, il NGEU è stato integrato nel bilancio europeo 2021-2027 e destinato a tutti gli Stati membri, come una vera e propria iniezione di liquidità per la ripresa.

A seguito di questa storica decisione, ogni Paese dell’Unione è stato chiamato a presentare il proprio piano di rilancio. Per l’Italia, la risposta a questa sfida è stata il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), presentato nel mese di aprile 2021. Dopo una rapida analisi, la Commissione Europea ha dato il via libera a tutti i piani nazionali entro l’estate. Una volta approvati, i fondi sono cominciati a fluire: già nel 2022, il 70% delle risorse destinate all’Italia è stato erogato, mentre il restante 30% verrà distribuito entro il 2030, con la possibilità di utilizzare i fondi fino al 2026, un’opportunità cruciale per spingere la crescita e la resilienza nel lungo periodo.

Il PNRR si basa su due forme di finanziamento: i fondi a fondo perduto e i fondi a debito. I fondi a fondo perduto consistono in sovvenzioni erogate dall’Unione Europea che non richiedono restituzione e rappresentano una quota significativa delle risorse destinate a finanziare progetti e investimenti nei vari settori previsti dal piano. I fondi a debito, invece, sono prestiti concessi all’Italia e agli altri Stati membri, da rimborsare in futuro, ma con condizioni vantaggiose, come tassi di interesse bassi e lunghi periodi di restituzione. Questi prestiti sono destinati a supportare ulteriori investimenti per la ripresa. Per l’Italia, la suddivisione dei fondi prevede circa 68,9 miliardi di euro a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro sotto forma di prestiti, per un totale complessivo di 194,4 miliardi di euro.

Un aspetto critico del PNRR sarà la sostenibilità delle spese correnti di opere e servizi finanziati con il PNRR. Ad esempio, il PNRR può finanziare la costruzione di un asilo nido, ma non le risorse necessarie per gestirlo nel lungo termine. Una volta completata la struttura, il costo per assumere e pagare il personale, come insegnanti ed educatori, deve essere sostenuto dagli enti locali o statali, rientrando nelle spese correnti. Se questi enti non dispongono di fondi sufficienti per coprire tali costi, l’infrastruttura rischia di rimanere inutilizzata o di operare in modo limitato.

Disinformazione e PNRR

L’informazione e la trasparenza sono pilastri essenziali per garantire che i fondi vengano gestiti in modo responsabile e utilizzati per rispondere concretamente ai bisogni delle comunità. Solo così si possono ottenere risultati duraturi, evitando il rischio di investire in progetti effimeri o “cattedrali nel deserto”. La mancanza di chiarezza, infatti, può alimentare narrazioni distorte, facendo percepire il PNRR come una sorta di “panacea” in grado di risolvere magicamente i problemi del Paese, senza una vera comprensione della portata e delle reali sfide della sua attuazione.

Parlando di PNRR i dati non sono incoraggianti.

Una ricerca di Libera, curata da Demos nel 2023, ha rilevato come per 7 cittadini su 10, (68%) dichiara di avere “nessuna” o una “scarsa conoscenza” del PNRR. Alla limitata conoscenza si aggiunge il timore, per l’88% dei cittadini, riguardo alla grande mole di denaro che circola attorno al Piano e al pericolo che vi si possa annidare corruzione e infiltrazioni criminali.

Non sapere, non comprendere, alimentano i timori e limitano il controllo sociale, lasciando questo enorme investimento pubblico vulnerabile a irregolarità e speculazioni di natura politica.

Per rendere il PNRR un vero investimento per il bene comune, è necessario impiegare i fondi in modo strategico, con una visione a lungo termine, favorendo così la fiducia dei cittadini riguardo agli obiettivi e al processo di attuazione. La società civile sta svolgendo un ruolo attivo nella promozione di un’informazione corretta sull’implementazione del PNRR, poiché persistono molte perplessità, a partire dalla varietà di denominazioni utilizzate per il piano. Si parla infatti di  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma anche di Next Generation EU – Italia (in riferimento al programma europeo di origine) e di Recovery Plan italiano (utilizzato nei contesti internazionali).

Per affrontare le numerose incertezze, sono stati creati vari portali e organizzazioni dedicati a fornire informazioni su questo tema complesso. Alcuni esempi includono:

  • Openpolis: un’organizzazione no-profit che promuove la trasparenza e il monitoraggio delle politiche pubbliche, offre dati e analisi sull’allocazione delle risorse del PNRR.
  • Italia Domani: una piattaforma che presenta i progetti, le opportunità di investimento e le scadenze del PNRR, rendendo il piano più accessibile al pubblico.
  • Dati Bene Comune: un’iniziativa che promuove l’apertura dei dati pubblici, fornendo accesso a informazioni e report sull’uso delle risorse del PNRR.
  • Pagina ufficiale della Camera dei Deputati sul PNRR: una risorsa per consultare documenti ufficiali, relazioni e aggiornamenti legislativi legati al piano.

Inoltre, nel 2020, Action Aid, Legambiente, Slow Food Italia e Cittadinanzattiva hanno avviato un Osservatorio Civico sul PNRR per monitorare la qualità e l’inclusività del processo decisionale legato alla costruzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e seguire l’attuazione dei progetti. Diverse organizzazioni hanno aderito a questa iniziativa, tra cui Amapola, diventando parte del tavolo consultivo insieme alle Regioni e alle associazioni di categoria per la Cabina di Regia.

All’interno dell’osservatorio ci sono organizzazioni che si occupano di temi trasversali al PNRR o ne monitorano specifiche procedure. Un esempio è Period Think Tank, che verifica che gli interventi del PNRR siano in linea con gli obiettivi di equità di genere e non presentino discriminazioni.

Un’altra rete della società civile è Libenter, fondata dall’Università Cattolica di Milano insieme a Fondazione Etica e al CNEL. Libenter si impegna a contribuire all’attuazione del Piano dotando la comunità nazionale di strumenti conoscitivi e concreti per concorrere a quel ruolo di “controllo diffuso” attraverso il monitoraggio delle procedure di appalto legate agli interventi del PNRR, affinché siano realizzate nel rispetto degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità.

Il PNRR è un tema complesso con impatti diretti sui cittadini, dall’effetto delle opere sui territori alla crescente domanda di servizi, e alle conseguenze sul debito pubblico, che graverà sulle generazioni future. Rappresenta anche un’opportunità fondamentale per l’Italia e l’Unione Europea nella ripresa post-pandemica. È quindi cruciale che cittadini e stakeholder chiedano a gran voce e accedano a informazioni chiare e affidabili sui benefici e gli obiettivi del piano, poiché solo una comunicazione trasparente favorirà un coinvolgimento attivo e contribuirà a un futuro sostenibile e coeso.

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Amapola Progetti