Foto di copertina di Eliott Reyna su Unsplash
Cosa pensano i giovani della partecipazione e della cittadinanza attiva? Viviamo in un periodo storico che sfiora picchi di astensionismo elettorale mai visti prima, in venti anni si è passati da un’affluenza alle urne del 71,72% nel 2004 al 48,31% nel 2024. In questo quadro generale, le giovani generazioni mostrano una apatia politica sempre crescente, rinunciando al diritto di essere rappresentati nel nostro panorama politico e democratico.
Lavorare per una maggiore e più consapevole partecipazione civica dei giovani è proprio il focus di Civic EU, un progetto europeo che coinvolge giovani di cinque Paesi in cui si registrano livelli di partecipazione inferiori alla media: Romania, Italia, Slovenia, Grecia e Lettonia. Secondo un sondaggio del 2019 dell’Eurobarometro, in Italia, il livello di partecipazione dei giovani tra i 16 e i 29 anni ad attività formali di volontariato era del 14,2% a fronte di una media europea del 19,3%.
I motivi dell’astensionismo
Fin dalle prime fasi del progetto è emerso che, in tutti e cinque i Paesi, la mancanza di partecipazione alla vita civile e politica è accompagnata da un basso livello di fiducia nei confronti delle amministrazioni locali o nazionali: i giovani sentono di non avere voce in capitolo nelle decisioni che li riguardano.
Con CIVIC EU abbiamo portato avanti all’interno di un partenariato internazionale un percorso che ha portato un gruppo di ragazzi e ragazze di Caselle Torinese, Nole e Ciriè, ad acquisire gli strumenti per potersi attivare come cittadini, anche attraverso attività di monitoraggio civico.
Il monitoraggio civico, infatti, è una forma di cittadinanza attiva che permette ai singoli cittadini o a gruppi, di presidiare e incidere sull’attuazione delle politiche pubbliche portando all’attenzione delle amministrazioni criticità e proposte.
Durante il progetto abbiamo dato vita a momenti di confronto con i giovani che hanno portato ad elaborare una vera e propria lista di raccomandazioni presentate poi allo Youth Debate, un dialogo strutturato e alla pari, con i decisori politici.
Come risolvere? Le raccomandazioni dei giovani
Durante gli incontri organizzati con l’aiuto della Cooperativa Orso e i tre Comuni della cintura torinesi coinvolti, ci siamo interrogati insieme a ragazze e ragazzi su come fosse possibile riallacciare i rapporti tra giovani e vita civica. Il tema è ovviamente complesso e di risoluzione non immediata, ma ci sembra utile prestare ascolto e provare la via suggerita dai diretti interessati.
La partecipazione alla vita politica ha come requisito fondamentale la conoscenza del panorama politico e delle problematiche sociali, culturali ed economiche. Questa condizione però richiede tempo, sforzi ed energie, per questo i giovani pensano che dovrebbero essere coinvolti fin da piccoli tramite la scuola. Parte del programma scolastico dell’educazione civica può essere dedicato a promuovere la partecipazione a livello locale, entrando in contatto con il lavoro del proprio Comune e discutendo iniziative di partecipazione attiva.
Inoltre, i giovani chiedono ai decisori politici di creare spazi fisici, aperti e informali, in cui portare le loro proposte, creare reti di collaborazione con altri gruppi, discutere le loro idee con i funzionari e i rappresentanti delle autorità locali ed essere supportati per implementarle o trovare opportunità di finanziamento. Nella direzione del sostegno concreto vanno anche le riflessioni sull’idea di creare un Forum o Consulta giovanile: chiedono infatti che sia previsto un piccolo budget e che il Forum abbia una missione chiara: selezionare e finanziare idee studiate dai giovani per i giovani. Il Forum dovrebbe riunirsi regolarmente, avere un piano di lavoro concreto e interagire con le istituzioni sulle proposte portate avanti.
I Millennials e la Generazione Y sono le generazioni dei nativi digitali: per coinvolgere e connettersi con loro diventa fondamentale un buon utilizzo dei social media. I ragazzi chiedono alle istituzioni di migliorare le loro competenze e l’uso di questi canali di comunicazione. Linguaggio e stile comunicativo devono essere adattati alle piattaforme social e al target specifico. Una comunicazione più immediata, e con un linguaggio chiaro e comprensibile, aiuta a intercettare l’attenzione e l’interesse dei giovani.
Infine, nella fase di disegno delle nuove policy pubbliche, i giovani chiedono ai decisori politici di essere coinvolti in modo trasversale superando l’impostazione che guarda alle politiche giovanili in modo settoriale e non integrato.
Ambiente, diritti e migranti: suggerimenti su temi globali
Con Civic Eu i ragazzi hanno avuto modo di dibattere e farci avere le loro idee anche sui temi caldi dell’agenda politica internazionale che sentono più urgenti.
Ambiente e immigrazione sono temi complessi che richiedono conoscenze specifiche, per questo i giovani chiedono alle autorità locali di assicurarsi che i giovani siano informati adeguatamente su temi globali complessi attraverso l’organizzazione di conferenze, dibattiti e forum con esperti e accademici.
I temi dei flussi migratori e dei cambiamenti climatici sono questioni che in genere vengono trattate a livello europeo in modo complesso, questo spesso riduce l’interesse dei cittadini alla politica. È necessario organizzare eventi che portino l’attività della Commissione Europea a livello locale e dedicare spazi di scambio tra decisori politici e popolazione giovane.
Altra questione è il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze che vivono in zone rurali o in piccoli comuni e hanno minore probabilità di essere coinvolti in movimenti e associazioni giovanili. E’ stato chiesto alle autorità locali di creare e sostenere la creazione di movimenti attivisti e di associazioni giovanili nelle piccole comunità offrendo supporto e spazi fisici in cui incontrarsi.
Infine, i giovani chiedono alle autorità locali di lavorare all’integrazione dei migranti nelle comunità locali attraverso l’adozione di linguaggi inclusivi, l’organizzazione di eventi di scambio culturale e l’apertura dei centri di accoglienza dei migranti alle relazioni con l’esterno.
Da questa “lista” emerge come questi giovani abbiano acquisito maggiore consapevolezza rispetto all’essere cittadini e rispetto alla complessità di cui le dimensioni di cittadinanza locale, nazionale, europea e globale sono portatrici.
Le giovani generazioni sono sensibili a tematiche globali che sentono stringenti e prioritarie, ciò che chiedono è spazi per diventare attivi, maggiori opportunità educative nel contesto scolastico e l’opportunità di informarsi e conoscere meglio ciò che accade nel mondo, perché hanno compreso che dimensione locale e globale sono strettamente interrelate.
Chiedono linguaggio inclusivo e azioni che agiscano nella dimensione culturale della cittadinanza. Chiedono fiducia, accompagnamento e la possibilità di esprimersi. Chiedono di avere voce, di essere ascoltati, di poter fare la propria parte, senza pregiudizi o precondizioni: chiedono di creare le condizioni perché possano agire come cittadini.
Non è forse dovere di ogni società creare le condizioni perché le sue componenti più giovani, che rappresentano il futuro, siano messe nelle condizioni di poter acquisire gli strumenti per andare oltre le resistenze conservatrici, contribuendo all’innovazione e al miglioramento della qualità della vita?